L'Europarlamento, il Consiglio Ue e la Commissione europea sono «molto vicini all'accordo» sul regolamento che limiterà a 130 grammi per chilometro le emissioni di CO2 dalle autovetture nuove vendute in Europa.
Lo riferisce il relatore dell'Europarlamento, l'italiano Guido Sacconi (Pse).
E' dunque probabile che l'accordo sia siglato entro i primi giorni della prossima settimana. Mancherebbe ormai solo il via libera del Coreper (l'organismo tecnico del Consiglio Ue in cui siedono i rappresentanti permanenti dei governi dei Ventisette) e l'approvazione dei gruppi politici dell'Assemblea di Strasburgo su un'ipotesi che include tutti gli elementi principali di un possibile compromesso: da una parte, il nuovo obiettivo di lungo termine (95 g/km), da conseguire entro il 2020; dall'altra, l'estensione graduale su quattro anni (invece che il raggiungimento 'secco' al 2012) dell'obiettivo dei 130 g/km, con l'obbligo per i costruttori di avere comunque in regola il 60-65 per cento delle nuove auto il primo anno, il 75% nel secondo, l'80-85 per cento nel terzo, fino al 100% nel 2015.
Il nodo ancora da sciogliere, ma per il quale già esiste un'ipotesi d'intesa ad referendum, è quello delle sanzioni economiche che i costruttori dovranno pagare in caso di 'sforamento' dei propri obiettivi (ogni casa automobilistica ha un proprio 'traguardo' da raggiungere, dai 122 g/km della Fiat ai 132 della Volkswagen, come media delle vetture nuove commercializzate).
Il testo originale della Commissione europea prevedeva che nel 2012 si pagassero 20 euro per grammo di CO2 in eccesso, moltiplicato per il numero di auto vendute, passando poi a 35 euro nel 2013, 60 nel 2014 e 95 nel 2015. Il compromesso 'pilotato' da Sacconi e dalla presidenza di turno francese dell'Ue introduce invece un elemento di progressività, per cui si pagherebbe molto meno per i primi quattro grammi oltre l'obiettivo, mentre si arriverebbe a 95 euro a grammo per gli 'sforamenti' maggiori. Un altro elemento già acquisito è poi quello degli incentivi ('supercrediti') per i costruttori che producono modelli a bassisime o zero emissioni (auto elettriche o ibride, a idrogeno etc.). In pratica, questi modelli 'peseranno' molto di più di una singola vettura nella media delle auto vendute, abbassando così la media delle emissioni.
Confermate, infine, anche le deroghe per le piccole case automobilistiche 'di nicchia' (meno di 10.000 nuove auto all'anno, come l'inglese Rover), anche quando sono collegate a costruttori maggiori (come Ferrari con Fiat), a condizione che abbiano fabbriche e centri di progettazione separati.